Lontre e…castori (!) sul fiume Aterno (Abruzzo)
Fotogramma estratto da uno dei video di castoro acquisiti da una fototrappola sul fiume Aterno
Nell’inverno 2023, in accordo con l’ente Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, abbiamo avviato un monitoraggio della lontra (Lutra lutra) a bassa intensità nei corsi d’acqua abruzzesi dove, per la prima volta, nel 2021-2022 abbiamo accertato la presenza di questo carnivoro semi-acquatico e minacciato. Oltre alla metodologia tradizionale basata sulla ricerca ed identificazione dei tipici escrementi della lontra (denominati spraint) abbiamo deciso di posizionare delle fototrappole per ottenere anche le prime immagini degli esemplari in espansione nell’Abruzzo settentrionale.
Il fiume Aterno in Abruzzo
Ai primi di marzo 2023 una fototrappola è stata posizionata sulla sponda del fiume Aterno al confine tra i comuni di Vittorito e Corfinio. Ad un primo controllo, alla fine del mese di marzo, con grande sorpresa le registrazioni hanno restituito tre video di castoro, probabilmente castoro europeo (Castor fiber).
La presenza del castoro sul fiume Aterno è apparsa subito da mettersi in relazione con pregressi recenti episodi di rilasci illegali di questo grande roditore in diversi fiumi del centro Italia.
La fototrappola posizionata lungo il fiume Aterno
Alcuni fotogrammi dei video di castoro acquisiti. Nella foto in alto sono evidenziati nei riquadri la coda e la forma del capo che consentono di distinguere il castoro dalla nutria (Myocastor coypus)
In Italia, il castoro europeo si è estinto da molti secoli come in gran parte dell’Europa. I resti archeozoologici di castoro più recenti datano tra il XII e il XV secolo. Alcune testimonianze storiche prolungherebbero al XVI secolo o agli inizi del diciassettesimo, l’estinzione di questo roditore nelle ultime aree di presenza (Polesine) in Italia. La distribuzione ricostruita attraverso resti di esemplari e note storiche suggeriscono inoltre un areale limitato a sud al 41° parallelo (alto Volturno e Liri-Garigliano), mentre non sarebbe stato presente nei fiumi adriatici (Salari et al. 2020).
A partire dal 2020 il castoro è ricomparso lungo il Tevere tra Toscana e Umbria, nel fiume Ombrone in Toscana (Mori et al. 2021, Pucci et al. 2021). Queste presenze nulla hanno a che vedere con la naturale ricolonizzazione da popolazioni limitrofe che è in atto nel nord-est (Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige).
Negli stessi giorni dei primi video di castoro ripresi dalla nostra fototrappola sull’Aterno, altre segnalazioni di castori sono state riportate per l’alto Aterno e il Volturno.
Il quadro aggiornato di questi rilasci è stato sintetizzato in una nota pubblicata sulla rivista Animals a maggio 2023.
La ri-comparsa del castoro in Italia centrale, e ora anche in Abruzzo e in Molise, è opera di immissioni operate senza autorizzazione e all’insaputa delle istituzioni e del mondo della ricerca zoologica, da gruppi comunque evidentemente ben organizzati e competenti.
La reintroduzione di una specie autoctona in un territorio in cui si è estinta molto tempo prima, richiede una attenta valutazione della opportunità della azione, di tutti i pro e i contro, degli eventuali benefici per gli ecosistemi e dei problemi eventuali per le altre specie o le attività umane; richiede un accurato studio di fattibilità ed è, nel caso, autorizzata dallo Stato per tramite dell’autorità regionale, con la valutazione tecnica delle istituzioni preposte, quali Ministero dell’Ambiente e ISPRA, supportati anche dal mondo scientifico.
I rilasci che hanno dato origine ai nuclei di castoro in Italia centrale non sono mai stati autorizzati dagli enti preposti. Per il castoro questo è avvenuto anche in altri paesi, non solo in Italia. In alcuni casi la naturalizzazione del castoro nel paese di rilascio e l’accertata riproduzione ha cambiato lo status e il destino di questi roditori. Il castoro europeo è infatti protetto dalla Convenzione di Berna, ed è specie di interesse comunitario elencata negli allegati II, IV e V della Direttiva Habitat.
Finchè non si instaura una popolazione vitale residente si resta comunque nell’ambito della (re)introduzone illegale e l’azione prevista in questi casi è la rimozione degli esemplari rilasciati in natura.
La notizia della presenza del castoro anche su un fiume abruzzese è stata condivisa con i colleghi teriologi che si stanno occupando dei recenti rilasci in Italia durante il IV Convegno Nazionale sui Piccoli Mammiferi (Grosseto, 30/03-01/04/2023).
I video del castoro, ma anche delle lontre, del fiume Aterno e di altre specie che popolano il fiume, sono visualizzabili sul canale youtube di Lutria sas