Lontre in espansione nel Parco Nazionale della Sila e in area MaB Sila
La lontra ( Lutra lutra), ritenuta virtualmente estinta in Calabria centrale e in Sila per tutti gli anni 80 e 90 del secolo scorso, è scoperta ai margini dell’altipiano silano nel 2003 (Marcelli 2006). Dal 2009 il Parco Nazionale della Sila ha attivato una serie di progetti di ricerca che hanno documentato la presenza della lontra nel cuore dell’area protetta e la sua progressiva espansione (ad es. Marcelli e Fusillo 2010).
A fine novembre 2019 si è concluso il progetto “Monitoraggio e Conservazione della Lontra (Lutra lutra) in ambiti prioritari del Parco Nazionale della Sila”, finanziato dall’ente Parco Nazionale della Sila nell’ambito dell’azione di sistema “Conservazione della Lontra” promossa dal MATTM attraverso la Direttiva Biodiversità.
Il progetto, attuato nel corso del 2019, ha adottato come area di studio l’intera area MAB Sila, un comprensorio sufficientemente vasto per sviluppare inferenze adeguate sull’ecologia e conservazione della lontra. Accanto alle tradizionali metodologie di indagine basate sulla ricerca e identificazione di escrementi di lontra è stato utilizzato il fototrappolaggio. Benché il fototrappolaggio non risulti vantaggioso, nel caso della lontra, per acquisire il dato base di presenza-assenza, può produrre informazioni biologiche ausiliare di interesse, oltre che immagini e filmati sulle rare lontre silane importanti per la sensibilizzazione e la divulgazione, e quindi per la conservazione.
Con queste finalità le attività di fototrappolaggio si sono concretizzate nell’installazione di 11 fototrappole in 9 siti lungo i fiumi Lese, Arvo, Neto, Garga e Trionto. Le stazioni di fototrappolaggio hanno operato per periodi variabili da 20 a 140 giorni registrando 34 video di lontra b/n notturni e 3 immagini fotografiche a colori notturne. I filmati in vari casi mostrano comportamenti interessanti, tra cui attività di pulizia del pelo ( grooming), riposo, alimentazione, interazioni tra individui, esplorazione olfattiva e marcatura. In alcuni casi è stato possibile riconoscere il genere maschile degli individui. Sono stati anche acquisiti video di due individui associati lungo il fiume Lese (visualizzabili sul canale youtube di Lutria).
Molti filmati sono di buona qualità e hanno una indubbia valenza didattica e con tale fine saranno divulgati ed utilizzati dall’ente Parco nei prossimi mesi.
Oltre al fototrappolaggio, una estesa indagine della presenza e distribuzione della lontra è stata condotta nell’area MAB Sila, selezionando 56 siti di campionamento negli habitat fluviali. Abbiamo rinvenuto escrementi di lontra nel 59% dei siti. I dati evidenziano la piena occupazione della lontra nel fiume Neto, nei suoi principali affluenti in area MAB e anche in tributari minori.
La saturazione del bacino del Neto appare originata da ricolonizzazioni molto recenti. Altri risultati importanti riguardano i fiumi Trionto e Crati. La presenza della lontra è stata accertata per la prima volta nel tratto del Trionto che scorre all’interno del Parco. L’esplorazione di due affluenti del Trionto mai indagati in precedenza, ha restituito elevate densità di escrementi, tipiche di situazioni caratterizzate da popolazioni abbondanti. Il Fiume Crati risulta ospitare la lontra in quasi tutti i siti indagati, ripristinando la continuità tra le popolazioni silane e le popolazioni più settentrionali della Calabria e della Basilicata, importante per la persistenza delle popolazioni periferiche silane. La presenza della lontra nei siti storici di presenza nel Parco è stata confermata, ad eccezione del Lago Ampollino.
Tra il 2003 e il 2019 la proporzione di siti occupati dalla lontra nel comprensorio silano è incrementata di 2.45 volte, da 0.24 a 0.59, un valore notevole che quantifica una importante espansione della lontra nell’area MAB Sila nel corso di 16 anni. Nel più breve intervallo 2009-2017 l’incremento risulta essere ancora importante, con un valore di 1.72 (Marcelli et al. in prep).